La proposta della ministra dell’istruzione Fedeli, di accorciare il ciclo di istruzione secondaria superiore da cinque a quattro anni è ufficiale. Immediata l’approvazione del Miur, ragion per cui tutti gli istituti superiori potranno richiedere, entro il mese corrente, di aderire al progetto sperimentale per tutte le classi prime, che inizieranno l’iter formativo nell’anno accademico 2017-2018.
Forti e decise sono state le risposte di molti docenti, che restano convinti che questa sia l’ennesima trovato di uno Stato sempre più disinteressato a contribuire economicamente alla formazione delle giovani menti italiane. La vera finalità del progetto sembra ben diversa e protesa verso una scuola in versione supermercato, della serie paghi 4 prendi 5.
Questa controriforma è l’ennesima testimonianza di una riduzione vera e propria del diritto allo studio, che diventa sempre più un clichè ormai fuori moda. La scuola a detta dei tanti docenti indignati, deve recuperare il prestigio che ha sempre avuto negli anni, attraverso la disciplina, la perseveranza e la dedizione nel tempo. I cinque anni di formazione devono considerarsi un privilegio, non una punizione. Un anno in più di studio garantisce la corretta distribuzione del carico didattico e un conseguente apprendimento da parte di tutti gli alunni.