Oggi, 25 agosto, si ricorda Santa Patrizia. La storia di questa Santa è strettamente collegata alla città di Napoli, di cui dal 1625 è una dei 51 compatroni. Meno nota di San Gennaro è anch’essa venerata per il prodigio della liquefazione del sangue.
Il nome Patrizia deriva dal latino e letteralmente significa “di nobile discendenza“. Non si hanno fonti certe sulle sue origini e la sua vita, le uniche notizie si fanno risalire a leggende di vario tipo. Nelle versioni più diffuse sarebbe una diretta discendente dell’imperatore Costantino. Fin dalla giovane età fa voto di verginità e pur di rispettare questa promessa scappa a Roma con la sua nutrice Aglaia quando le viene imposto il matrimonio.
A Roma ottiene il velo verginale dal papa Liberio. Torna a Costantipoli, suo paese di origine, solo dopo la morte del padre e decide di donare i suoi beni ai poveri. Intraprende un pellegrinaggio verso la Terra Santa interrotto da una tempesta che la porterà a Napoli sull’isolotto di Megaride, dove muore a causa di una malattia. I suoi resti sono dapprima sepolti nel monastero di Caponapoli dei padri Basiliani, dedicato ai SS. Nicandro e Marciano dove Aglaia e altre sue compagne la seguirono dopo la morte dando vita alle Patriziane o Suore di Santa Patrizia. Successivamente, nel 1864, le spoglie furono trasferite a San Gregorio Armeno dove sono tuttora conservate in un’urna d’oro e d’argento ornata di gemme ed esposta ai fedeli. Il suo culto è portato avanti dalle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, dopo l’estinzione delle Patriziane. La Santa è conosciuta e venerata per la liquefazione del sangue e il prodigio della manna vista trasudare dal sepolcro. Il sangue invece sarebbe uscito dopo che un cavaliere romano avrebbe strappato un dente alla santa. Sia il dente che il sangue sono conservati in un reliquario e ogni 25 agosto si assiste alla liquefazione. Il giorno che le è collegato è il martedì e secondo le ccredenze popolari è venerata soprattutto dalle ragazze in cerca di marito.