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Il Festival di Sanremo porta nuove canzoni, grandi emozioni, ma talvolta anche momenti imbarazzanti. Nella storia del Festival della Canzone Italiana non sono pochi i casi di plagio, ovvero i casi in cui i cantautori si sono lasciati, forse troppo, ispirare dalle note di canzoni precedenti: pezzi che hanno fatto la storia della musica non solo italiana ma internazionale.

Nel 2000 Ivana Spagna presenta “Con il tuo nome”, canzone che rimanda alla colonna sonora del film Braveheart diretto da Mel Gibson. Sempre in quell’anno i Matia Bazar con “Brivido caldo” plagiano un brano del 1980, Libertango di Grace Jones.

Tra i casi che hanno suscitato più critiche vi è anche quello riguardante Francesco Renga, che nel 2002 portò al festival “Tracce di te”, pezzo che risultò davvero troppo simile a “Due grosse lacrime bianche”, traccia cantata da Iva Zanicchi nel 1969.
Il 2001 è l’anno imbarazzante di Gigi D’Alessio che con le note di “Tu che ne sai” sembra voler riproporre l’armonia di “Circle of Life” (1994) di Elton John.

Un caso che non è rimasto solamente tra le mura dell’Ariston e della RAI è stato quello dei Sottotono che con “Mezze verità”, nel 2001, hanno plagiato “Bye, bye, bye” degli N’Sync. Questa scoperta è diventata più che popolare quando è stata trasmessa anche in televisione da Striscia la Notizia.

Altre “copiature” sono quelle che riguardano brani come “Fortuna” di Luca Barbarossa ed “Eri tu” di Fausto Leali, al Festival di Sanremo 2003. Nel primo caso il brano era molto simile a “Il bandito e il campione” di Francesco De Gregori; nel secondo, invece, sono il giro armonico e il pianoforte che fanno pensare un po’ troppo a “Do that to me one more time” di Captain & Tenille (1979) e “Fallin’” di Alycia Keys (2001).
E chi potrebbe mai cantare il pezzo che le ragazzine hanno adorato del Festival di Sanremo 2001? Si tratta di “Stai con me” dei Gazosa, che con questa canzone conquistarono i primi posti delle classifiche italiane ma anche molte critiche poiché risultò un plagio di “Kashmir” dei Led Zeppelin.

Anche la canzone vincitrice di Sanremo 2004 si scoprì “ispirata” ad un’altra melodia: il ritornello di “L’uomo volante” di Marco Masini ricorda, infatti, il giro armonico di una canzone del 2001 di Laura Pausini, “E ritorno da te”.

Tutti questi casi non possono riassumere completamente i plagi nella storia del Festival di Sanremo ma di sicuro possono far capire che, non sempre, sul palco dell’Ariston vengono presentate tracce completamente nuove.