In questi ultimi giorni il plesso “Luonghi” è al centro di polemiche e manifestazioni. L’istituto elementare rischia la chiusura a causa di un piano di razionalizzazione attuato dal comune di San Giuseppe Vesuviano. L’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Catapano prevede di chiudere l’edificio e spostare gli alunni, circa 50, in un’altra sede.
A rischiare però sono anche le insegnanti di cui 20 potrebbero perdere la cattedra e i loro piccoli studenti. Le mamme e le maestre hanno dunque deciso di unire le forze ed opporsi alla chiusura dei Luonghi, istituto storico al confine tra San Giuseppe Vesuviano e Terzigno. Sono stati appesi striscioni all’esterno della struttura e sono state effettuate manifestazioni pacifiche. Una decisione definitiva non è ancora stata presa, le modifiche saranno applicate all’anno scolastico 2017/2018 e richiamano le linee guida regionali per la programmazione dell’offerta formativa e per l’organizzazione della rete scolastica. Le linee guida imposte dalla Regione Campania richiedono che per evitare accorpamenti e dimensionamenti gli istituti debbano avere non meno di 600 iscritti.
La delibera del 28/10/2016 del comune di San Giuseppe Vesuviano, prevede una nuova distribuzione e razionalizzazione della rete scolastica comunale come segue:
–Scuola Media Statale “Ammendola”;
–Istituto Comprensivo “Ceschelli”, già esistente e comprendente la scuola media statale “Ceschelli”, i plessi “Pace” e “Casilli” con annessione dei plessi “Nappi” e una parte del plesso “Luonghi”;
–Istituto Comprensivo “De Amicis”: plessi “Capoluogo”, “Belvedere”, “Rossilli” e una sezione di scuola media;
–I Circolo Didattico: plessi “San Leonardo”, “Santa Maria la Scala”, “Croce Rossa” e una parte del plesso “Luonghi”.
Molti lamentano lo stato di abbandono in cui da troppi anni versa non solo la scuola ma anche la zona circostante. Un territorio dimenticato dall’amministrazione comunale che non si preoccupa di risollevare le sorti delle zone più distanti dal centro e la chiusura della scuola risulta essere l’ultimo atto di noncuranza nei confronti dei cittadini, soprattutto dei più piccoli. Un piano di regolarizzazione è sicuramente necessario per ottimizzare la rete scolastica, ma non deve essere attuato a discapito dei piccoli alunni che saranno costretti a lasciare insegnati e amici e trasferirsi in altre scuole.