Il referendum costituzionale di domenica in Turchia che ha visto votare 56 milioni di elettori in 81 province, ha proclamato la vittoria di Erdogan con poco più del il 51%. Nonostante dal responso si riscontri una soglia di vantaggio per l’attuale presidente alquanto misurata, ciò che importava ad Erdogan era solamente il trionfo che gli avrebbe permesso di acquisire l’accentramento del potere dello Stato nelle sua mani. E così è stato.
Certamente non contenta del risultato è l’opposizione. Da ieri il principale partito di opposizione, il kemalista Chp, ha chiesto alla Commissione elettorale suprema, l’ Ysk, di cancellare l’esito del referendum per irregolarità e schede sospette. A cominciare è l’Osce che ha bocciato la regolarità della consultazione. E, secondo l’opposizione, nel dettaglio, il 37% dei seggi ha utilizzato schede mancanti del timbro ufficiale.
Il presidente dell’ Ysk, Sadi Guven, ha dichiarato ieri sera: “Quelle schede elettorali non sono false, non c’è alcun dubbio”, poichè in passato di schede senza timbro sono già state accettate, menzionando, inoltre, i casi del 2004 e del 1994, ma dimenticandosi del 2010, quando l’Ysk vietò categoricamente schede senza timbro. Per il leader del Chp, Kemal Kiliçdaroglu, “Non si possono cambiare le regole del gioco a metà”, si parla di una contestazione di 2,5 milioni di voti.
L’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), ed in particolare il capo della missione in Turchia, Tana de Zulueta, hanno dichiarato che il referendum costituzionale in Turchia non ha rispettato gli standard democratici a causa della “mancanza di imparzialità” che ha fatto sì che il “campo di gioco non fosse tutto allo stesso livello”. Per Cezar Florin, leader dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, “In generale, il referendum non ha rispettato le norme del Consiglio d’Europa”. Per gli osservatori, infine, la campagna elettorale del referendum è stata imparziale, a causa della “mancanza di pari opportunità, di una copertura unilaterale dei media e di limitazioni alle libertà fondamentali”.
Erdogan, comunque, ha attaccato i paesi stranieri che lo hanno criticato, dichiarando: “Ho combattuto contro le nazioni potenti del mondo” che mi hanno “aggredito” con una “mentalità da crociati”.
Fonte foto: Il Post