Lo scorso sabato 19 ottobre alle ore 7:30 si è tenuta la prima simulazione di evacuazione dei Campi Flegrei in caso di un’eventuale eruzione, denominata “ExeFlegrei 2019“. La prova ha visto coinvolti il Comune di Napoli e sette comunità flegree, avvisate da una comunicazione giunta in precedenza, ma anche le strutture operative e centri di competenza del Dipartimento (Ingv, Centro studi Plinius-Lupt e Cnr-Irea), oltre che la partecipazione delle Regioni gemellate. La prassi prevedeva il raduno di un certo numero di cittadini che, dopo essere stati censiti, sarebbero stati trasportati in bus verso la stazione centrale e da lì condotti su un Freccia Rossa in direzione Lombardia (l’ultima fase è stata non è realmente avvenuta). I punti di ritrovo dei cittadini in via Terracciano, piazza Capomazza e via Rosini.
A fronte delle 4mila previste per lo svolgimento del piano, si sono presentate solo poche decine di persone, tali da non riuscire a riempire neanche due bus di linea e suscitando la delusione del sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia e dei vertici della Protezione civile. Si è quindi trattato di un flop che ha tradito le aspettative e vanificato gli sforzi per compiere la prova. Dal riscontro negativo alla simulazione è emersa in modo evidente, inoltre, l’assenza di un piano di protezione civile adeguato che garantisca, in caso di emergenza, la salvaguardia della popolazione partenopea. Per far fronte a una possibile minaccia di eruzione, ogni Comune dovrebbe aver già predisposto un documento contenente tutto questo, ma non tutte le municipalità napoletane ne sono in possesso o, in alternativa, si tratta di archivi ormai datati. La mancanza di sinergia tra i Comuni partenopei e la disinformazione dei cittadini sulle norme e procedure da seguire in caso di emergenza rischia di compromettere l’intera rete di evacuazione e smistamento della popolazione, con effetti disastrosi.