I primi 100 giorni di Trump: “La presidenza? Pensavo più facile”. E gli attriti con Pyongyang

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In una lunga intervista, il leader della Casa Bianca, ha parlato dei vari accadimenti che preoccupano o meno gli Stati Uniti ed il resto del mondo. A destare maggior interesse sono i rapporti con la Corea del Nord ed il possibile rischio di un conflitto: “C’è rischio serio di conflitto con la Corea del Nord”, dichiara Trump. Parole forti, che fanno capire come sia di primaria importanza la Corea più di ogni altra faccenda, rapporto mai pacifico tra i due stati. Ai giornalisti di Reuters, nel suo Studio Ovale, dunque, senza giri di parole, ha parlato subito di una guerra: “un grande, grande conflitto, assolutamente. Avrei apprezzato una soluzione diplomatica ma credo sia molto difficile”, aggiunge. Insomma, con Pyongyang possibile un conflitto, anche se preferirebbe la diplomazia. Apprezza tantissimo, infatti, la linea diplomatica con cui anche la Cina di Xi Jinping sta cercando di gestire lo stesso l’antagonismo. Dice del suo omologo: «un uomo buono, che ho potuto conoscere bene: ama la Cina e il popolo cinese». Sempre in merito alla questione Corea del Nord, ha sottolineato che intende far pagare a Seul il sistema antimissile Thaad, che gli Stati Uniti hanno schierato a difesa della Corea del Sud dalle minacce di Kim Jong-un (una spesa di un miliardo di dollari). Trump, inoltre, ha detto per la prima volta in questa intervista che vuole rivedere o cancellare l’orribile rapporto di libero scambio tra Stati Uniti e Corea del Sud.

Qual è il bilancio giuridico?

In questi tre mesi, un comunicato di Washington sostiene che Trump ha firmato ben 30 ordini esecutivi, più di Franklin D. Roosevelt, che invece ne firmò nove ( in realtà Roosevelt ne firmò novantanove, ma solo nove furono i più importanti). E fu Roosevelt il primo a proporre alla folla il giudizio dei 100 giorni di mandato, cosa ‘ridicola’ per Trump, dichiara in un tweet. Poi, forse, ha cambiato idea. Ma fatto sta che, in ogni caso, Trump si autogiudica con una bella A. Anche se i risultati non sono poi così brillanti. Delle 28 leggi approvate dal 20 gennaio, 13 si oppongono totalmente ai provvedimenti di Obama, cancellandoli, e gli altri difficilmente passeranno alla storia, come la dedica di una clinica per veterani e l’atto di nomina al Pentagono per il generale James Mattis. Manca, dunque, un atto davvero importante, su molte questioni delle quali parlò in campagna elettorale, come ad esempio il commercio, la sanità, i veterani, il nucleare iraniano, il Medioriente, il lavoro, la crisi degli oppioidi.

 

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