Come ogni anno, il rito del Giovedì Santo per Papa Francesco è stato un appuntamento imperdibile. E all’attenzione del Pontefice, questa volta, ci sono stati i detenuti del carcere di Paliano, a Frosinone. Arrivato intorno alle 16, è stato accolto dalla direttrice Nadia Cersosimo, dall’ispettore capo Vincenzo Verani e dal cappellano don Luigi Paoletti, dopodichè Francesco ha salutato 58 detenuti.
Duranque la visita il Papa ha eseguito la lavanda dei piedi a 12 detenuti, tre donne e un musulmano che sarà battezzato a giugno, un argentino, un albanese e sei italiani. Tra questi, due sono condannati all’ergastolo mentre il resto dovrebbe finire di scontare la pena tra il 2019 e il 2073. Durante l’Omelia, così dice ai penitenti: “Quando il parroco lava i piedi ai fedeli, la situazione si capovolge, quello che sembra il più grande deve fare il lavoro di schiavo, ma per seminare amore fra noi”- E il messaggio è ancora colmo di amore: «Una volta i discepoli litigavano fra loro su chi fosse il più grande, il più importante. E Gesù dice: quello che vuol essere più importante deve farsi il più piccolo e il servitore di tutti. E questo è quello che ha fatto lui, questo che fa Dio con noi. Ci serve, è il servitore. Tutti noi siamo poveracci, ma lui è grande, lui è buono, lui ci ama così come siamo. Per questo, in questa cerimonia pensiamo a Dio, a Gesù. Non è una cerimonia folclorica, è un gesto per ricordare quello che ha dato Gesù: dopo di questo ha preso il pane e ci ha dato il suo corpo, ha preso il vino e ci ha dato il suo sangue. E così è l’amore di Dio».
Sempre nel pomeriggio si è recato, poi, al monastero “Mater Ecclesiae” in Vaticano, per porgere a Benedetto XVI gli auguri per la Pasqua e per il suo 90° compleanno, che cade appunto domenica.
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