La notte tra Venerdì e Sabato scorso, per fatale coincidenza, le corsie del reparto di Chirurgia Vascolare del nuovo Ospedale del Mare a Ponticelli (Napoli) erano insolitamente libere, i pazienti inspiegabilmente dimessi e il personale ospedaliero congedato temporaneamente per 12 h. Il motivo? La partecipazione alla serata di celebrazione dell’insediamento del neo-primario per l’incarico conferito. La festa del primario di Chirurgia Vascolare, Francesco Pignatelli si è tenuta in un locale celebre di Pozzuoli, il Nabilah, tra brindisi e foto con l’élite partenopea.
Dalle indagini condotte dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione Sanità, è emerso che tutti i turni, le malattie e le ferie erano stati organizzati proprio per consentire la massima partecipazione all’evento mondano. Da qui la denuncia al direttore dell’Asl Napoli 1, Mario Forlenza, e al direttore sanitario dell’Ospedale del Mare, Giuseppe Russo, per chiedere ulteriori accertamenti. In attesa di conferme, sospeso in via cautelare il primario del reparto. “Se dovesse essere confermato quanto stiamo apprendendo dai media, e quindi che il dottor Pignatelli abbia effettivamente premesso un proprio, futile, interesse alla salute dei pazienti non esiteremo a prendere importanti provvedimenti disciplinari” ha riferito il presidente dell’Ordine dei medici di Napoli, Silvestro Scotti.
La vicenda sembrerebbe essere intrecciata ad un altro episodio increscioso: un paziente di 70 anni, affetto da una grave patologia vascolare, giunto venerdì mattina all’ospedale con un peggioramento della malattia (le analisi hanno evidenziato infatti uno pseudoaneurisma dell’asse iliaco), con un’esigenza di intervento chirurgico immediato, sarebbe stato trasferito ad un’altra struttura, il San Giovanni Bosco, a Capodichino. Il paziente è stato fortunatamente operato ed è fuori pericolo, ma sull’episodio gravano nuove accuse di inadempienza e disservizio. Ora i carabinieri dei Nas si stanno occupando di ispezionare l’intera struttura, per verificarne il funzionamento.
Si tratta di un episodio imbarazzante, che scredita la serietà dell’intera struttura sanitaria, nonché dello stesso sistema campano, per la scarsa etica professionale.