In uno scenario molto invitante, ricco di sapori e odori marinati, il salone internazionale della pizza presso la Mostra D’Oltremare, ha stupito tutti.
60 pizzaioli, infatti, hanno lavorato ininterrottamente per il raggiungimento di un nuovo record ” la pizza fritta più lunga del mondo” aiutati soprattutto da ingredienti di altissima qualità. Il giudice, Lucia Sinigallia ha certificato la veridicità del record.
Con i suoi 7 metri e 15 cm la pizza dei record ha chiuso la seconda edizione di “Tuttopizza”, manifestazione che si è tenuta alla Mostra d’Oltremare di Napoli dal 21 al 23 maggio e ha riunito gli operatori del settore, dai fornitori di materie prime e semilavorati a quelli di attrezzature, impianti, accessori e servizi per la ristorazione.
Per la conquista del record, è stata appositamente realizzata una friggitrice su misura: 7,5 metri di lunghezza, grazie alla quale, è stato possibile friggere la pizza dalle misure extra large con 1500 litri di olio, a seguito della lavorazione di 123,5 chilogrammi di impasto per circa 83 chilogrammi di farina doppio zero, 50 chilogrammi di fiordilatte, 15 chilogrammi di ricotta, 7 chilogrammi di pomodoro pelato, 15 chilogrammi di ciccioli, basilico e pepe.
ci soffermiamo per un momento, l’idea della pizza è estremamente semplice: un disco di pasta ottenuto con farina, acqua e lievito, al di sopra del quale possono essere posti, prima o dopo la cottura, diversi ingredienti. Se la immaginiamo così, la storia della pizza può essere già datata al 3.000 a.C., quando, secondo alcuni ritrovamenti in Sardegna, già era conosciuto l’uso del lievito. Del resto, anche nell’antica Grecia preparavano dischi di pane chiamato plakous. Persino i persiani cucinavano un pane dalla forma appiattita, utilizzando gli scudi per la cottura. Anche nell’antico Egitto, poi, conoscevano già l’uso del lievito. Pure i romani, e forse più di altri, iniziarono a utilizzare farine ottenute da vari cereali per cuocere dischi di pasta nel focolare domestico. Alla domanda su dove è nata la pizza, come si vede, non è possibile dare una risposta univoca. Piuttosto, si può solamente raccontare i passi compiuti per avvicinarsi alla sua preparazione.
Le origini della pizza: la pizza Mastunicola
Dunque, le origini della pizza non si collocano a Napoli? Tutt’altro. Finora, infatti, si è parlato di preparazioni che – per ingredienti, forma o metodi di cottura – si avvicinavano alla pizza. L’origine della pizza, tuttavia, potrebbe essere collocata a cavallo fra il ‘500 e il ‘600 proprio nel Regno di Napoli. Si tratta della cosiddetta pizza Mastunicola: il condimento di questa prevedeva l’utilizzo di lardo, cigoli, formaggio di pecora, pepe e basilico. Una preparazione che, ad alcuni, potrebbe ricordare una proposta gourmet di un menu moderno. Prima di arrivare a questi, però, la strada è ancora lunga. Un’altra preparazione che si diffuse nel Regno di Napoli, infatti, fu la pizza alla cecinelli. Questa pizza, infatti, era condita con i bianchetti (in dialetto, cecinelli), dei piccoli pesci. Finora, come visto, il matrimonio fra la pizza e il pomodoro ancora non era stato celebrato. Del resto, questo matrimonio, segue giocoforza un’altra storia: quella del pomodoro che, come sappiamo, non è originario dell’Italia. Per assistere a queste nozze, infatti, occorre attendere la metà del ‘700. Fu allora che i pizzaioli napoletani, inizialmente con diffidenza, iniziarono a farne uso. In breve tempo, però, questo semplice cibo seppe conquistare tanto il palato del popolo, quanto quello dei reali. Non solo i Borboni, che sul Regno di Napoli governavano, ma anche dei Savoia. Già nel 1866, comunque, l’editore svizzero Francesco de Bourcard faceva menzione della preparazione: «Le pizze più ordinarie, dette coll’aglio e l’oglio, han per condimento l’olio, e sopra vi si sparge, oltre il sale, l’origano e spicchi d’aglio trinciati minutamente. Altre sono coperte di formaggio grattugiato e condite con lo strutto, e allora vi si pone disopra qualche foglia di basilico. Alle prime spesso si aggiunge del pesce minuto; alle seconde delle sottili fette di muzzarella. Talora si fa uso di prosciutto affettato, di pomidoro, di arselle, ec. Talora ripiegando la pasta su se stessa se ne forma quel che chiamasi calzone». La storia della pizza, a questo punto, sta per giungere per compimento. Manca, tuttavia, l’ultimo capitolo che elevò a leggenda questo cibo povero, che divenne da cibo da re.