Chi era Masaniello? Su Rai Storia uno speciale dedicato al popolano rivoltoso in onda lunedì 19 febbraio, prima su RaiTre (h 13:15) e poi su Rai Storia (20:25/00:13), nella trasmissione “Passato e presente”. Si tratta della storia di Tommaso Aniello d’Amalfi, in arte Masaniello, che da pescivendolo si erse ben presto come eroe dell’indipendenza napoletana. Il 7 Luglio 1647 capeggiò una sommossa del popolo vessato dalle pressioni fiscali del vicereame spagnolo allora governante sulla città. Per 10 lunghi giorni la città fu messa a ferro e fuoco dai suoi stessi cittadini, finché il disagio non venne estirpato alla radice: il 16 luglio 1647 Masaniello cadde vittima di un attentato ordito da quella classe borghese che lo aveva aizzato contro il governo straniero e timorosa ormai per la propria incolumità. Il giovane 27enne divenne pertanto l’emblema delle lotte popolari nel mondo e dell’emancipazione dalla tirannide. Ospite del conduttore Paolo Mieli sarà la professoressa Vittoria Fiorelli, docente di storia moderna dell’Università degli studi Suor Orsola Benincasa, collaboratrice con Istituti di ricerca storica e organizzatrice di seminari.
L’altro appuntamento a seguire rientra nel programma “L’Italia e i suoi santi”, che racconta la storia di quelle città italiane poste sotto l’egida divina, pertanto particolarmente devote al culto di un santo, fin dal Medioevo. E il culto dei santi patroni è contenuto infatti nella serie “La croce e la spada“, che Rai Cultura propone dal 19 febbraio su Rai Storia alle 22.10. La puntata di domani sarà dedicata alla città di Napoli, col suo patrono San Gennaro. “Gennaro” è quasi sicuramente il nome più diffuso nella città partenopea, assai devota al culto del proprio patrono, che a sua volta deriverebbe dall’omonimo mese, caro al santo. Nato nella seconda metà del III secolo, vescovo di Benevento, amato da cristiani e pagani, fu martirizzato sotto Diocleziano. Il suo sangue è custodito in una reliquia (ampolla), e il miracolo della liquefazione avviene tre volte l’anno nella città partenopea. La tomba divenne come già detto, meta di continui pellegrinaggi per i grandi prodigi che gli venivano attribuiti, tra cui il merito di aver bloccato pesti al di fuori della città (celebre è la porta di S. Gennaro) ed eruzioni del Vesuvio. Oggi il cranio e le ampolle con il suo sangue sono gelosamente custodite dal popolo napoletano nel Duomo, di cui una parte è dedicata proprio a lui, contenente un cospicuo tesoro, tra cui spicca il celebre copricapo gemmato tipico di San Gennaro, la mitra.