L’antico ristorante “Mimì alla ferrovia”, nato nel settembre del 1944 nel cuore della Napoli storica, in via Alfonso d’Aragona, era gestito da Emilio Giugliano, detto affabilmente “Mimì”, e dalla moglie Ida. All’ingresso trionfa lo stemma di famiglia, rappresentato dall’emblematico e scaramantico ferro di cavallo, connotativo dell’atavica passione per gli equini. Molti artisti vi si sono soffermati (basti citare Totò, i fratelli De Filippo, Fellini, Lucio Dalla, Enzo Biagi) per il suo ambiente ospitale e confortevole, che attrae la pletora napoletana. Ora Michele Giugliano, soprannominato “Don Mimì”, assieme all’omonimo cugino Michele e alla nuova generazione, gestisce questo rinomato locale, fedele nel tramandare piatti semplici e genuini nel rispetto di una tradizione che si perpetra da ben 70 anni. Un pezzo della storia di Napoli, dal dopoguerra ad oggi, affiora dai quadri affissi alle pareti del locale, nonché dal tributo letterario di Giuseppe Crimaldi, che con la sua opera “Napoli è servita” racconta il periodo travagliato delle vicende della guerra attraverso la storia del ristorante.
Il 9 novembre 2018 ha segnato un ulteriore progresso, con il riconoscimento speciale sia per la carriera che per i meriti professionali ottenuti dall’azienda di famiglia. Il ristorante ha infatti ricevuto il Gran Premio Internazionale di Venezia come Miglior Azienda nel campo della ristorazione, che ha contribuito all’incremento dell’economia “made in Italy”. La pergamena con il titolo, attribuita dal Comitato del Gran Premio Internazionale del Leone d’Oro di Venezia, è stata ritirata presso Montecitorio in Camera dei Deputati dai rappresentanti dell’azienda della vecchia e nuova generazione. Ma c’è di più: la ‘nomination’ per partecipare alla selezione che verrà effettuata dal comitato tecnico composto da professionisti del settore, per ottenere il prestigioso premio internazionale Targa del Leone d’oro di Venezia.