Stamani la protesta di alcuni volontari di Legambiente Campania, che si sono riuniti presso la foce del torrente Agnena, a Mondragone (Caserta), con lo striscione “Che vergogna” per porre l’attenzione sull’evento accaduto lo scorso 6 maggio, poco dopo la riapertura delle attività al termine del lockdown. Sarebbe stato il malfunzionamento di un depuratore che serve quattro comuni in provincia di Caserta il responsabile della macchia nera che si è propagata del Tirreno da Castel Volturno. Come successivamente disposto dalla Procura di Santa Maria Capua a Vetere, il depuratore è stato posto sotto sequestro. L’impianto intercomunale, ubicato a Vitulazio, serve anche i comuni di Pastorano, Bellona e Camigliano.
La Procura ha poi iscritto nel registro degli indagati i sindaci dei quattro comuni, precisando poi in nota che la macchia nera non è stata causata all’illecito smaltimento dei reflui animali da parte un’azienda bufalina di Capua sequestrata a fine giugno sempre nell’ambito della medesima indagine. Legambiente annuncia di volersi “costituire parte civile nel processo”. Obiettivo precipuo è il continuo monitoraggio di foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali, veicoli principali di contaminazione batterica a causa, spesso, di sversamenti illeciti, per poter così tutelare l’ambiente ma anche il turismo in Campania.