È grande festa a Napoli per l’annuncio del Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, il quale ha reso noto che “l’arte del pizzaiolo napoletano è patrimonio culturale dell’Umanità Unesco”. La lieta notizia, pubblicata e diffusa tramite il social Twitter, è arrivata dopo 8 anni di negoziati internazionali, a Jeju, in Corea del Sud, grazie al voto unanime del Comitato di governo dell’Unesco per l’unica candidatura italiana.
Per l’Unesco, si legge nella decisione finale, “il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaioli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da “palcoscenico” durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un’atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale”.
L’arte del pizzaiuolo napoletano è patrimonio culturale dell’Umanità Unesco. Vittoria! Identità enogastronomica italiana sempre più tutelata nel mondo #pizzaUnesco pic.twitter.com/MgQ5izZWbf
— Maurizio Martina (@maumartina) December 7, 2017