Lamborghini Terzo Millennio: il futuro, oggi!

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La Lamborghini coadiuvata dalle più brillanti menti del Massachusetts Institute of Technologyha generato una vettura che non esiste, o è il concetto stesso di progettare auto che ha del rivoluzionario. Tutto parte dal nome: “Terzo Millennio”. I cardini progettuali di questa supercar sono il risparmio energetico e i materiali innovativi miscelati insieme per “garantire un’esperienza di guida assoluta e ricca di emozioni”, citazioni del costruttore, che sembra mantenersi ancora sul vago per non scoprire troppo le carte. Non sorprende che la Lambo del domani sfrutti l’alimentazione elettrica anziché quella tradizionale termina. Tuttavia la casa del Toro fa i conti con il problema che devono affrontare tutti i costruttori impegnati sul fronte elettrico: l’insufficiente livello tecnologico delle batterie odierne.

Lamborghini a tal proposito si propone  di sviluppare un super condensatore innovativo che sia in grado di colmare, in termini di densità energetica, il divario esistente con le batterie convenzionali, per garantire una densità di potenza straordinaria”. Resta “solo” da capire come e quando. Il nome la dice lunga, ma si spera di non dover aspettare “secoli” per vedere questa promessa divenire realtà. Dove invece la marca è già con un piede nel futuro è nella sofisticazione dei materiali, a cominciare dall’utilizzo esteso della fibra di carbonio per la riduzione del peso. Ma c’è di più: sfruttando la tecnologia ai nanomateriali, Lambo aspira a trasformare l’intero corpo vettura in una sorta di accumulatore in grado di assorbire delle nanocariche nei pannelli in compositi in fibra di carbonio di cui sono composte carrozzeria e telaio.

L’architettura “elettrificata” permetterebbe inoltre l’autodiagnosi di eventuali danni strutturali (visibili e soprattutto invisibili) in caso di incidenti, “azzerando i rischi legati alla presenza e alla diffusione delle crepe nella struttura in fibra di carbonio”, come auspica Lamborghini. Concettualmente tutto ciò sembra poter funzionare come una sorta di “risonanza magnetica” per automobili, in grado di scansionare la geometria spaziale delle cariche elettriche sparse sui vari pannelli in fibra di carbonio dell’auto e riconoscerne eventuali anomalie legate ai danni strutturali stessi. la relativa compattezza dei propulsori elettrici permettono una maggiore libertà nella modellazione della carrozzeria.

L’idea di Lambo è quella di incorporare i motori elettrici a elevata densità di potenza direttamente nelle 4 ruote motrici. I designer possono così investire tutte le loro energie ad assecondare le leggi dell’aerodinamica, minimizzando la resistenza all’avanzamento e massimizzando la deportanza. Tutto parla di futuro, ma spaventa il fatto che abbiano alzato forse troppo l’asticella, ma d’altronde le migliori invenzioni sono state il frutto del pensiero di folli pionieri, forse è giunto il turno anche per Lamborghini.

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