Pyongyang è passato dalle parole ai fatti, lanciando un chiaro segnale al mondo intero. Ha infatti deciso di sganciare una bomba all’idrogeno, per avviare i test nucleari a sfondo militare. La risposta dei USA è pronta e dal quartier generale di Washington si mobilitano a largo raggio a seguito dell’indignazione generale. Il mondo non può restare tranquillo, questo ordigno è una realtà e la sua detonazione in area di guerra risulta una seria possibilità. L’esplosione “controllata” ha causato una scossa sismica di magnitudo 6,3 a circa dieci km di profondità.
Questa volta la condanna della comunità internazionale è ferma, energica, unanime. Anche per i tradizionali alleati, Pyongyang è diventata indifendibile. La Cina fa decollare i suoi caccia verso il confine nordcoreano, la Russia si dice pronta a sostenere azioni e sanzioni suppletive, pur sempre in un quadro politico e diplomatico.
La Nato teme gli effetti destabilizzanti di questa offensiva prova di forza spinta fin troppo oltre, l’Agenzia atomica dell’Onu (Aiea) chiede con forza che vengano applicate tutte le risoluzioni, mentre al Palazzo di Vetro si susseguono spasmodiche consultazioni: domani si convocherà un nuovo Consiglio di sicurezza chiesto da Stati Uniti, Corea del Sud, Gran Bretagna, Giappone e Francia. Tra una decina di anni i libri di storia scriveranno: iniziò così la terza guerra mondiale?