I suoi venti soffiano a 300 km/h, distruggendo tutto ciò che incrociano sul loro cammino. Irma, così è stato chiamato, è decisamente superiore ai precedenti, raggiungendo la categoria massima (5/5). Tutta la fascia costiera è stata allertata e sono subito scattati i piani di evacuazione. Ancor prima di raggiungere la costa, Irma ha mietuto le prime vittime: si tratta di una decina di morti, tra cui anche un bambino di due anni, nelle isole delle Piccole Antille. Svariate decine sono i feriti ritrovati sotto le macerie. Si tratta della una netta conseguenza di un cambiamento climatico che riguarda i Caraibi orientali, della Repubblica Dominicana, Haiti e Cuba, dove i danni sono già ingenti e la ricostruzione richiederà anni. Alcune zone sono completamente isolate, come Saint Martin, la più colpita dove, secondo le testimonianze, il paesaggio è desolato e la popolazione è totalmente priva di risorse e viveri. Situazione simile si è verificata a Porto Rico.
Scene apocalittiche che hanno reso il paradiso dei Caraibi un inferno. Ancora non divulgato il bilancio effettivo di danni e vittime. L’uragano si dirigerà verso Cuba, mentre la Florida è già in allerta: le autorità locali hanno già fatto trasferire i turisti in altre strutture più sicure, prevedendo un impatto devastante. Intanto, una seconda tempesta tropicale atlantica, Josè, si sta rapidamente rafforzando e che si è già trasformata in un uragano di categoria 2 che si sta sviluppando lungo la traiettoria disegnata da Irma. Gli esperti dicono che crescerà ancora. Si sta dirigendo a nord-ovest, verso le isole caraibiche già colpite, ma è troppo presto per dire quale zona interesserà. Un terzo uragano, Katia, si è formato nel Golfo del Messico dove provoca violente piogge.