Il Comitato europeo delle regioni (CdR) ha accolto il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel alla plenaria (#CoRplenary) del 17 marzo. Charles Michel ha presentato la sua visione del ruolo degli enti locali e regionali nella ripresa e nella democrazia dell’Europa e ha avuto uno scambio di vedute sul futuro dell’Europa con i membri del CdR.
Nel presentare le aspettative delle regioni e delle città a Charles Michel, il Presidente del CdR Apostolos Tzitzikostas ha sottolineato: “Negli ultimi dodici mesi la pandemia di COVID-19 ha travolto tutta l’Europa. Ma, nonostante i tempi così difficili, il Comitato europeo delle regioni non ha mai smesso di lavorare, né hanno smesso i presidenti di regione, i sindaci, i consiglieri regionali e locali, che combattono quotidianamente sul campo per salvare vite umane, posti di lavoro e imprese locali. La crisi della COVID-19 ha messo a nudo i limiti dell’attuale Europa a due dimensioni, basata unicamente sugli Stati membri e su Bruxelles. La Conferenza sul futuro dell’Europa offre un’opportunità unica per rafforzare la nostra Casa comune europea della democrazia, ma essa non avrà alcun significato e non cambierà nulla per la vita dei cittadini se diventerà un concorso di bellezza tra le istituzioni dell’UE e le capitali nazionali. Questo confronto deve riguardare la costruzione di un’Europa migliore, più aperta e meno burocratica, resiliente, sostenibile ed efficace. Dobbiamo contribuire insieme a modernizzare la Casa europea della democrazia, di cui l’UE è il tetto di protezione, gli Stati membri sono i muri portanti e le regioni, le città e i piccoli comuni sono le sue solide fondamenta”.
Il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha replicato: “Avendo ricoperto io stesso incarichi nelle amministrazioni locali della Vallonia, so quanto sia importante il ruolo che gli enti regionali e locali svolgono nel far fronte alla crisi che sta colpendo l’Europa e il mondo da un anno a questa parte. Essi hanno dimostrato di essere un elemento fondamentale della democrazia perché sono loro a essere stati in prima linea nel rispondere ai bisogni dei cittadini. Sono stati molto attivi e hanno messo in campo azioni concrete. Hanno dato prova della piena legittimità dei rappresentanti politici locali e del ruolo che essi svolgono. In tutte le sfide e le opportunità che l’Unione europea si trova ad affrontare, che si tratti della protezione dei valori e della democrazia, della ripresa verde post COVID o della digitalizzazione, vedo nei leader locali e regionali dei partner preziosi con i quali i governi devono lavorare di più. Sono i più vicini alla popolazione, sono pragmatici, sono in contatto diretto con i cittadini e sanno come mobilitarli. Essi devono essere maggiormente coinvolti nei piani di ripresa, perché gestiscono oltre il 30% degli investimenti pubblici e sono fondamentali per il buon esito degli sforzi messi in campo. Nel quadro della Conferenza sul futuro dell’Europa, essi hanno piena libertà di partecipare al dibattito. Mi piacerebbe che l’energia che gli enti locali e regionali esprimono nei territori arrivasse in maggior misura anche nella magia del progetto europeo”.
Gli enti locali lavorano a fianco dell’Unione per digitalizzare le zone rurali, collegando le regioni insulari o montuose più remote, preparando le PMI e le scuole alle tecnologie di prossima generazione e rendendo i territori più resilienti. Le regioni, le città e i piccoli comuni rendono l’Europa più verde attuando il 70% di tutta la legislazione dell’UE e delle misure di mitigazione dei cambiamenti climatici e il 90% delle politiche di adattamento a tali cambiamenti. A sostegno dei suoi lavori nel quadro della Conferenza, il CdR ha istituito un gruppo ad alto livello sulla democrazia europea.
Fonte: C.S.
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