Molti dei luminari che hanno radicalmente rivoluzionato il mondo, avevano i natali nel Bel Paese, purtroppo però la tendenza si sta affievolendo drasticamente e si sento sempre meno parlare di iniziative da parte dell’Italia. Il problema però non risulta essere legato ad un calo produttivo delle menti italiane, bensì all’impossibilità per i giovani di operare nel proprio settore, per problemi principalmente economici o di natura burocratica.
Molti allora sono gli italiani che emigrano con la speranza di trovare una dimensione ancor prima di poter dare il proprio apporto a cause di sviluppo. Il caso preso in esame a campione è quello della Neato, azienda americana, di San Francisco, ma con il cuore italiano: non solo perché dal 2006 il CEO è Giacomo Marini, un passato in Olivetti negli anni d’oro dell’azienda di Ivrea, ma anche perché il team di sviluppo dell’app ha sede a Milano. È qui che è stato deciso come porre le basi per dare il via ad un progetto entusiasmante, che profuma di rivoluzione.
La Neato ha infatti ideato un nuovo modello di aspirapolvere in grado di portare la pulizia automatica ad uno step più evoluto. Una volta installato, infatti, il robot D7 parte una prima volta in Discovery Mode per disegnare la mappa dell’appartamento e memorizzarla. A quel punto, l’aspirapolvere non solo non ha bisogno di riscoprire ogni volta la piantina di casa, ma sa anche esattamente dove è passato e dove no e può ottimizzare i movimenti. In più, la sua forma con testa quadrata anziché tonda gli permette di avere spazzole più larghe e di incunearsi negli angoli dove altri robot non arrivano.
Che sia un robot aspirapolvere, un oggetto di design, una promessa sportiva o qualsivoglia altra cosa, ciò che conta è che l’Italia riparta, con gli italiani.