Ferdinando Imposimato: l’ultimo saluto ad un emblema di giustizia

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Ferdinando Imposimato, nato in provincia di Caserta, presso la cittadina di Maddaloni, è spirato all’età di 81 anni. Rispettabile sentatore dal 1987 al 1992 della Pci, diventa tata poi Pds. Tanta la commozione per chi come Luigi Di Maio, premier 5 stelle, lo ricorda così: “Grande tristezza per la sua scomparsa, magistrato simbolo della lotta alle mafie e alla corruzione, uomo che ha sempre combattuto per la giustizia. Ci mancherà tanto”.

Giudice istruttore dei casi di terrorismo più emblematici, tra questi: il rapimento di Aldo Moro del 1978, l’attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981, l’omicidio del vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet e dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione. Figura di spicco per la Repubblica italiana, la quale lo ha insignito di diverse onorificenze in patria e all’estero, per il suo stoico impegno civile.

Tra le tante cose è stato anche autore di numerosi saggi, tra cui “Vaticano. Un affare di Stato” e “La Repubblica delle stragi impunite”. Fino a pochi giorni dal decesso si è occupato della difesa dei diritti umani, impegnato nel sociale ha sempre difeso gli oppressi e combattuto con tenacia e coraggio le ingiustizie mondiali, prima su tutte la camorra. Simbolo di giustizia dall’Onu in occasione dell’Anno della Gioventù, lascia questa terra, un luminare della giustizia. Ciao Ferdinando.

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