L’attacco suicida avvenuto alle 22:33 locali all’ Arena di Manchester, Inghilterra, al termine del concerto della cantante statunitense Ariana Grande, è costato la vita a 23 persone (incluso l’attentatore) e ha provocato 122 feriti. A distanza di 6 giorni dal tragico evento, è emerso un altro sconcertante dato: la presenza sulla scena di un altro collaboratore. La bomba aveva infatti un sistema di backup “cellulare” che doveva intervenire nel caso in cui Salman non avesse pigiato il bottone, o l’innesco non avesse funzionato.
Si tratta del fratello minore di Salman (a destra della foto), il 20enne Hashem Abedi (a sinistra). Faceva parte di una cellula jihadista in Libia che voleva assassinare il tedesco Martin Kobler, inviato Onu nel paese arabo. Sono state rese note da poco le foto segnaletiche dell’attentatore suicida, mentre si accingeva a preparare l’attacco. Hashem è stato arrestato in Libia assieme al padre martedì scorso, il giorno dopo che il fratello maggiore Salman si era fatto saltare in aria. Hashem ha ammesso che sia lui che il fratello erano sostenitori dello Stato Islamico e che lui era al corrente del progetto terroristico di Salman. Intanto cala il livello di allerta da “critico” a “grave”, anche se il ministro dell’Interno Amber Rudd non esclude che altri membri del gruppo jihadista siano ancora in libera circolazione sul suolo britannico. Il Paese resta ancora vigile su altri possibili attacchi.
