Uno stretto legame è quello che lega la Germania ad alcune delle organizzazioni criminali più potenti di Napoli e provincia. Secondo l’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia sono tanti i clan emigrati che hanno trovato nella regione tedesca una vera e propria patria. I Licciardi, i Contini, i Mallardo, la cosiddetta alleanza di Secondigliano e poi i Rinaldi, i Cava e i Moccia e infine il clan Fabbrocino.
Mario Fabbrocino, boss fondatore della cosca vesuviana è conosciuto per aver sfidato il clan di Raffaele Cutolo e per la sua abilità nel riciclaggio di denaro sporco. Il clan ricicla i soldi delle attività illecite, che riguardano il racket del calcestruzzo, investendole in attività del tutto lecite. La DIA ha tracciato una sorta di mappa geografica delle attività del clan, partendo dall’Italia con Brescia, Emilia Romagna, Umbria, Lazio per approdare poi in Germania. Berlino, Amburgo e Dortmund sono le zone prese di mira in cui tramite attività di ristorazione, apertura di negozi e acquisto di case e palazzi i soldi sono ripuliti.
Secondo la relazione della DIA i clan possono contare su soggetti fidati che danno vita a filiere di attività economiche che riguardano la contraffazione di capi d’abbigliamento, di banconote e la clonazione e successiva vendita di veicoli. Un modus operandi che accomuna gran parte dei clan e che risulta ancora vincente, tanto da essere esportato e mettere radici anche al di fuori del paese d’origine.