Nel pomeriggio del 2 maggio si è verificato a Portici uno scontro tra due extracomunitari e un capotreno. Nella stazione della circumvesuviana i due uomini sono stati sorpresi senza biglietto, hanno aggredito il capotreno e nel tentativo di scappare hanno bloccato i binari lanciando borsoni pieni di indumenti. I due sono stati arrestati dalla polizia di Torre del Greco prontamente allertata. La circolazione, sospesa per qualche minuto, è ripresa appena gli ostacoli sono stati rimossi.
L’accaduto offre numerosi spunti di riflessione, tutti a loro modo interessanti. C’è la questione relativa agli immigrati, quella che riguarda il capotreno ed infine la questione “circumvesuviana“. In merito alla prima ci sarebbe tanto da dire, in particolare che gli extracomunitari, data la loro condizione, utilizzano mezzi senza pagare per il servizio utilizzato. Un’affermazione che potrebbe essere considerata razzista se non si aggiungesse che tanti cittadini italiani si comportano allo stesso modo, utilizzano la circumvesuviana senza dotarsi di biglietto e si arrogano anche il diritto di lamentarsi per le condizioni dei treni e la difficoltà di circolazione. Il secondo tema è quello che riguarda il capotreno aggredito durante lo svolgimento del proprio lavoro, ma su questo ci tocca sorvolare non perchè meno importante ma perchè sarebbe banale sottolineare come il semplice relazionarsi e convivere con gli altri porti dei rischi, ma non per questo va giustificato l’accaduto.
Passiamo alla terza questione quella che riguarda la circumvesuviana. Un’esperienza che non tutti hanno fatto nella loro vita e che molti per loro fortuna non faranno mai. Premetto che i viaggi in treno hanno tanti lati positivi, per esempio sono comodi perchè ci evitano lo stress del traffico e contribuiscono a contrastare l’inquinamento e sono interessanti. Si può conoscere gente nuova, ascoltare storie diverse, incontrare turisti venuti da chissà dove per visitare il nostro paese e le sue bellezze, si possono fare incontri che cambiano la vita. Tutte cose avventurose e romantiche ma molto dipende dal treno. Se ci si trova su un treno della circumvesuviana tutto ciò passa in secondo piano perchè prima di tutto bisogna sperare che il treno passi e non sia soppresso per chissà quale sciopero dell’ultimo momento o guasto improvviso. Una volta arrivato il treno c’è la lotta al posto, e non si tratta di quello fisso, è una lotta ancora più ardua soprattutto nelle ore di punta. Lavoratori, studenti, pensionati, turisti, extracomunitari, quasi tutti senza biglietto, varcano le porte del treno e si lanciano alla conquista di un sediolino, talmente scomodo da non rappresentare certo un’oasi in questo deserto chiamato treno. I più veloci e scaltri riescono ad ottenerne uno, gli altri invece rimangono in piedi, stretti l’uno all’altro in attesa che il posto più vicino si liberi e in queste condizioni vengono meno anche le basi della buona educazione, quella insegnataci dai nostri genitori che prevede di far sedere i più anziani, di cedere il posto alle donne in stato interessante o alle persone con disabilità, sulla circumvesuviana vale una strana legge che davvero ci rende tutti uguali. La situazione si complica notevolmente quando a viaggiare sono anche gli animali e non sempre guidati dai loro padroni. Altro problema è quello della temperatura, caldissima d’estate e freddissima d’inverno per quanto riguarda i treni storici della circumvesuviana, la situazione si inverte totalmente nel caso dei “treni nuovi” ovvero i treni Metrostars.
Una situazione che ha del surreale, sembra quasi frutto di fantasia se non fosse che chi utilizza questi mezzi di trasporto vive dei disagi reali. Treni in condizioni di degrado, abbandonati, sporchi, maleodoranti e senza controllo, un servizio pessimo, treni in ritardo nel migliore dei casi o addirittura soppressi. C’è rabbia e paura nelle persone che utilizzano la circumvesuviana per spostarsi, ma c’è anche rassegnazione perchè da troppi anni la situazione è sempre la stessa e sembra proprio non voler o poter cambiare. Le origini della circumvesuviana sono antiche e risalgono al 1890 quando fu istituita la società“Ferrovia Napoli-Ottajano”, che univa Napoli alle sue province,in particolare giungeva fino a San Giuseppe Vesuviano, che allora era frazione di Ottaviano. Successivamente la linea fu estesa fino a Sarno e furono costruiti altri collegamenti con Napoli. Ad oggi per raggiungere Napoli da San Giuseppe Vesuviano bisogna effettuare circa sedici fermate che corrispondono a quaranta minuti di viaggio, tutt’altro che facili o rilassanti nelle condizioni sopra descritte. Condizioni che rendono difficile raggiungere Napoli o altre zone del vesuviano, una difficoltà fisica ma prima ancora psicologica che scoraggia e non abbatte limiti geografici ma ne crea anche dal punto di vista relazionale.