Cassazione: Daspo ai tifosi che invocano la lava

Quando i tifosi Partenopei frequentano gli stadi del Centro Nord, ormai è diventato quasi un rito per i tifosi avversari innalzare lo squallido coro: “O vesuvio lavali col fuoco“. Una recente sentenza della Cassazione ha stabilito che scatta il Daspo con firma, per gli ultrà che allestiscono coreografie che inneggiano alla colata di lava sui tifosi delle squadre di città con un vulcano, come Napoli e Catania. Il Daspo (acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni Sportive), è una misura prevista dalla legge italiana al fine di contrastare il fenomeno della violenza negli stadi di calcio.

 I giudici del “Palazzaccio”, sede storica della Cassazione, hanno convalidato due anni di divieto di stadio, con obbligo di firma al Commissariato di Polizia, per un tifoso della Reggina che, in occasione dell’incontro in casa con il Catania per la Coppa Italia, aveva sistemato il materiale e dato disposizioni per una coreografia “vulcanica” con tanto di gigantografia dell’Etna, con petardi e lacrimogeni, con uno striscione: “Nessun elefante vi protegge, prima o poi la lava vi distrugge“.  La Cassazione ha stabilito che simili “incitamenti” sono senz’altro una forma di “inneggiamento e induzione alla violenza”, pur non essendo di contenuto “insultante o diffamatorio”.

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