Da tempo sono in corso diversi studi e ricerche per individuare i segnali precoci dell’autismo. Tra i segnali d’allarme identificati ci sono quelli di natura motoria e comportamentale come l’asimmetria nei movimenti, ritardi nella lallazione, la mancanza di sorriso e così molti altri ancora. Inoltre, si cercano anomalie specifiche nello sviluppo dell’architettura del cervello.
Uno studio realizzato da alcuni ricercatori della University of North Carolina guidati da Heather Hazlett , ha coinvolto un centinaio di bambini considerati ad alto rischio, sottoponendoli a risonanza magnetica tra i sei mesi e i due anni di età. Le immagini sono state confrontate, successivamente, con quelle dello sviluppo del cervello di un altro gruppo di bambini senza particolari fattori di rischio. Dall’analisi delle immagini è emerso che nei bambini che hanno ricevuto una diagnosi di autismo c’è un tasso di crescita superiore della superficie della corteccia cerebrale.
Questo sviluppo caratteristico è poi seguito, come mostrato da altri studi, da un aumento anomalo di volume del cervello e dall’apparire di alcuni dei sintomi tipici dell’autismo. Le aree della corteccia interessate dall’espansione eccessiva sarebbero quelle in cui vengono processati gli stimoli sensoriali. Purtroppo, non ci sono ancora terapie risolutive disponibili ma è importante individuare in tempo il disturbo per tentare gli interventi precoci.