Il caso del consigliere comunale di Terzigno, Antonio Vaiano, finì su tutti i giornali quando fu messo alla porta dell’ufficio postale di Poste Italiane a Boscoreale, dove prestava servizio come operatore di sportello da 13 anni, con una lunga lettera di licenziamento. Su Vaiano arrivarono una serie di addebiti e contestazioni che gli costarono il posto.
Vaiano fu licenziato come se avesse avuto chissà quali pesanti accuse, invece nulla di penalmente rilevante, solo contestazioni. Finì sotto un’indagine interna per aver commesso delle irregolarità nell’apertura di alcuni libretti postali e nel versamento di assegni. Il dipendente delle Poste, con la passione per la politica, rimandò al mittente tutte le accuse e fece ricorso al giudice del lavoro. Dopo varie udienze, rinvii e testimonianze, il giudice gli ha dato ragione: immediato reintegro nel suo posto di lavoro, risarcimento pari a 12 mensilità, oltre che l’addebito a Poste Italiane al pagamento delle spese legali.
Così stamattina, con una bellissima accoglienza da parte dei sui colleghi, Vaiano (nella foto) ha riaperto la porta di quell’ufficio postale dopo due anni di incubi e sacrifici, non solo per lui, ma anche per sua moglie, per le sue figlie e per tutta la sua famiglia che ha sempre creduto in lui e gli è stata sempre vicino, come più volte ha avuto modo di ricordare lo stesso Vaiano, quando descriveva l’incubo che stava vivendo.
Umiliazioni, infamanti accuse e attacchi anche politici, per aver approfittato della sua posizione allo sportello per commettere delle irregolarità, nulla di vero secondo il giudice Dell’Erario che ha emesso una sentenza tutta a favore del dipendente licenziato in tronco. Vaiano ha sempre avuto fiducia nella giustizia, come ha più volte sottolineato e ora vuole lasciare tutto alle spalle: “E’ la fine di un incubo – dichiara Vaiano – non mi sembra vero… non nascondo che ho avuto lacrime di gioia. Da questa mattina si ricomincia a vivere e a lavorare sempre con la stessa determinazione, professionalità e sempre nel rispetto delle regole”.