È morto oggi, 16 aprile, lo scrittore cileno Luis Sepulveda, autore di molti romanzi, tra cui “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. Vincitore del Premio Hemingway per la Letteratura, del Premio Chiara alla carriera e insignito di una Laurea Honoris Causa in Lettere dall’Università di Urbino. Combattente, arrestato due volte e condannato all’esilio durante la dittatura di Pinochet, nemico del neoliberismo, ecologista convinto, Sepulveda definiva se stesso “cittadino prima che scrittore”, ma non ha vinto la battaglia contro un nemico “invisibile”.
Lo scrittore era ricoverato presso l’ospedale di Oviedo, nelle Asturie, dove si è spento all’età di 70 anni, vittima del Covid-19. Una notizia che rattrista i lettori di tutte le età, appassionati dei suoi commoventi romanzi, in particolare della storia di una gabbianella e di un gatto, che lo aveva consacrato sulla scena internazionale, trattando di temi delicati come l’adozione e il rapporto con l’altro, il “diverso”. Il libro ebbe anche una famosa trasposizione cinematografia, con un film d’animazione diretto da Enzo D’Alo’.
La notizia è stata riferita dall’agenzia di stampa spagnola Efe. Riguardo alla dipartita del celebre e amato autore cileno, il segretario Pd Nicola Zingaretti ha commentato: “Ci lascia Luis Sepulveda, stroncato da questa belva che è il coronavirus. Una bruttissima notizia. Ci restano i suoi libri, le sue parole, le sue emozioni che non dimenticheremo mai. “Solo sognando e restando fedeli ai sogni riusciremo ad essere migliori e, se noi saremo migliori, sarà migliore il mondo”.