Studenti e caro affitti, aiutiamo il futuro del nostro paese

MILANO – Nasce dal gesto di Ilaria Lamera, studentessa universitaria del Politecnico di Milano, la protesta contro il caro affitti. Una mattina si è svegliata, canadese in spalla e via ad accamparsi fuori al Politecnico. Stanca della vita da pendolare, decide di iniziare a cercare alloggi su Milano per stabilirsi e studiare con maggiore serenità ma, ad aspettarla, una “sorpresa” amara. Fitti dai 700 euro in su spese escluse. Praticamente un’ingiustizia, nonostante potesse permetterselo, come dichiarato da lei stessa al Corrire della Sera.

Ovviamente, la protesta poi, si è estesa a macchia d’olio anche a Roma ed in altre città d’Italia. Solidarietà, vicinanza dai suoi colleghi e condivisione degli interessi.

Al CdS dice: “Volevo fare questo casino ma non me l’aspettavo assolutamente. Sono molto contenta che in tutte le città d’Italia si stiano unendo a me. Dagli studenti mi aspettavo solidarietà ma mi ha stupito quella di un’intera nazione, anche di chi non vive una situazione di difficoltà“.

Come darle torto? Ma il problema è poi anche un altro, affrontato dal Senatore Raffaele De Rosa (M5S). Si legge in un articolo che gli studenti fuori sede, potrebbero ovviare a tale problema lavorando, soprattutto “sfruttando” i lavori stagionali. Certo, è assolutamente così ma bisognerà accertarsi anche che le condizioni di lavoro siano idonee e che le stanze fittate a questi ragazzi siano offerte con dignità. E’ proprio questo il tema che apostrofa il Senatore attraverso il suo post:

Ho letto un articolo stamattina che mi ha lasciato perplesso, anzi di più.

Il tema caro affitti, viene riporato alla luce da alcuni studenti accampati per protesta fuori le Università italiane. Legittimamente, la questione è stata portata all’attenzione delle Istituzioni recentemente le quali, nel giusto tempo a disposizione per valutare la suddetta problematica, dovranno affrontarla e cercare un punto di incontro tra domanda ed offerta.

Non è possibile che gli studenti fuori sede che girano tutta Italia, debbano trovarsi con l’acqua alla gola per il solo diritto di voler studiare e per di più, a detta di questo giornale, sentirsi dire che in giro ci sono lavori stagionali utili per pagarsi il tutto, magari in condizioni pietose, sottopagati e sfruttati.

Non credo sia questa la soluzione giusta.
A rigor di logica è corretto che, se una famiglia non può o può nei limiti del possibile sostenere i propri figli nello studio, siano loro stessi a contribuire in maniera parziale o tatale alle spese ma, accettare che sia la normalità spendere circa 15000 euro l’anno in condizioni irrisorie, non lo trovo accettabile. L’offerta dev’essere quantomeno equa alla domanda e non ragionare per sopravvivenza.
L’impegno del Governo dev’essere forte e sostentere questi ragazzi, sostenere il futuro del nostro paese”.
Fonte foto: CdS

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