Dichiarazione dei redditi: può scattare anche il penale

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Le novità in fatto di reati tributari sono molte quest’anno, grazie alle misure del decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020.

Quest’anno il termine ultimo per inviare il proprio Modello 730 del 2020, redditi 2019, è il 30 settembre, data slittata a causa dell’emergenza sanitaria.

Da quest’anno quindi i reati tributari vengono puniti con maggiore severità, basti pensare al fatto che l’omessa dichiarazione dei redditi viene equiparata, dal punto di vista delle sanzioni, all’atto di terrorismo e la dichiarazione contenente false fatture con un’evasione superiore a 20.000 euro diventa più grave del sequestro di persona.

Nel caso di dichiarazione dei redditi non presentata, si sfocia nel penale: a causa dell’inadempimento; in caso di imposta evasa (imposte sui redditi o IVA), e le ritenute non versate siano superiori a 50.000 euro. Il riferimento va inteso per ciascun periodo di imposta per singola imposta.

La nuova sanzione è la reclusione da 2 a 5 anni, al posto della precedente che prevedeva da 18 mesi a 4 anni. Anche per l’omessa presentazione si può disporre anche la custodia cautelare in carcere in passato preclusa.

Le ipotesi di reato che riguardano la dichiarazione fraudolenta sono due:  la prima è quella relativa all’uso di documenti per operazioni inesistenti.

In questo caso è prevista la reclusione da 4 a 8 anni. Se l’importo degli elementi passivi fittizi è inferiore a 100.000 euro, è prevista l’attenuante della reclusione da 18 mesi a 6 anni.

Il secondo caso di dichiarazione fraudolenta è quello dell’uso di altri artifizi, ad esempio le operazioni simulate oggettivamente o soggettivamente, oppure avvalendosi di documenti falsi o di altri mezzi fraudolenti: la pena prevista è la reclusione da 3 a 8 anni (la pena precedente era da 16 mesi a 6 anni).

 

 

Fonte foto: web

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