Il suo nome è “Momo” con un aspetto terrificante: due occhi sporgenti, pelle pallida e uno strano sorriso. La sua immagine è diventata famosa attraverso la messaggistica di WhatsApp sotto forma di una sfida virale. Ma le autorità avvertono che potrebbe essere qualcosa di molto più serio di un gioco online. “Tutto è iniziato in un gruppo su Facebook dove i membri sono chiamati a stabilire la comunicazione tra loro attraverso un numero sconosciuto – scrive su Twitter l’Unità Crime di Ricerca Web del Messico -. Diversi utenti hanno detto che se invii un messaggio a Momo dal tuo telefono cellulare, lui risponde con immagini violente e aggressive, e ci sono anche quelli che dicono di aver ricevuto minacce e di aver visto pubblicate informazioni personali”.
Il fenomeno si sta diffondendo in tutto il mondo, dall’Argentina agli Stati Uniti, fino alla Francia, alla Spagna e alla Germania. La sua sua origine è giapponese, con un’immagine terrificante che richiama ad una scultura di una “donna-uccello” che è stata esposto nel 2016 in una galleria d’arte alternativa a Tokyo.
Alcuni paragonano il gioco di “Momo” a “Blu Whale“, una sfida diventata virale nel mese di aprile 2017 che ha allertato le autorità per incitamento al suicidio e che in Italia è diventata famosa per un servizio delle Iene che scatenò tantissime polemiche. Allo stesso modo, “Momo” si diffonde rapidamente attraverso Internet e i social network, il suo principale mezzo di propagazione è WhatsApp.
Le autorità argentine stanno indagando per cercare di capire se a questo fenomeno possa esser legato al suicidio di una ragazzina di 12 anni, morta poco tempo fa in circostanze misteriose. 
Secondo le indagini la giovanissima sarebbe stata incoraggiata al suicidio da un altro utente che le avrebbe inviato dei messaggi poco prima. Il gioco prevedeva l’invito a filmarsi per realizzare un video per poi diffonderlo sul web. La 12enne si è impiccata a un albero e, secondo quanto riportato dalla polizia, si sarebbe filmata prima del folle gesto.
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