Il cibo è quasi sempre confezionato in imballaggi (pellicole o retine di plastica, vassoi di polistirolo o polietilene, scatolette di metallo) che spesso non vengono riciclati e finiscono per inquinare l’ambiente. La nuova frontiera del settore alimentare è il packaging compostabile: imballaggi di carta e bioplastiche, biodegradabili, che possano essere smaltiti come rifiuti organici insieme agli scarti alimentari.
Il problema degli imballaggi inquinanti è diventato ancora più grave con la diffusione delle consegne di pasti a domicilio (i servizi di aziende come Foodora o Deliveroo). Il nostro paese ricicla solo il 50% della plastica. Il resto viene bruciato nei termovalorizzatori (al Nord) o va in discarica (al Sud), ma una parte finisce direttamente nell’ambiente.
Il colosso svedese Tetra Pak, ad esempio, ha annunciato che entro la fine dell’anno metterà in commercio prodotti biodegradabili.