Anche a Napoli, nel pomeriggio, si è svolto il corteo pacifico organizzato dall’Associazione senegalese e della rete Antirazzista per commemorare il proprio connazionale, ucciso senza ragione a Firenze, su Ponte Vespucci, lo scorso lunedì.
Idy Diene era un venditore ambulante di ombrelli, accendini e altri piccoli oggetti. Nato in Senegal, è arrivato in Italia nel 2001, era un immigrato regolare. Aveva 54 anni e ogni giorno faceva il pendolare da Pontedera, in provincia di Pisa, dove viveva, fino a Firenze, dove lavorava. Idy Diene è stato ucciso mentre camminava sul ponte Amerigo Vespucci, a Firenze. A Firenze, nel dicembre del 2011 era stato ammazzato anche il cugino di Diene da un militante neofascista di CasaPound. L’autore dell’omicidio, Roberto Pirrone, ha dichiarato che, in un delirio di follia, avrebbe sparato al primo passante a caso per farsi arrestare. Ma dalle indagini è emerso che il colpo di pistola che ha colpito Idy Diene non era casuale, confermando il movente razzista dell’omicidio ipotizzato inizialmente dagli inquirenti e dai manifestanti.
La manifestazione nazionale si è svolta anche a Napoli, in contemporanea con quello previsto nel capoluogo toscano, è partito da piazza Garibaldi ed ha raggiunto Palazzo San Giacomo dove ad accoglierlo c’era il sindaco Luigi de Magistris. Sullo striscione a capo del corteo la scritta: “Stop razzismo fascismo e assassini”. I manifestanti hanno regalato fiori ai passanti che hanno incontrato durante il percorso. Alla fine dell’iniziativa i manifestanti hanno esposto uno striscione su uno dei balconi di Palazzo San Giacomo con la scritta ‘Restiamo Umani’.
Il gesto folle sembrerebbe frutto di un irragionevole razzismo xenofobo nei confronti degli immigrati presenti in Italia, ma anche un grido disperato per fermare ogni forma di violenza e odio, che si inserisce nel delicato quanto precario clima di tensioni sulla convivenza tra extracomunitari e Paese ospitante.