Venerdì 27 gennaio 2017 si è svolta la presentazione del libro “Mafia. Genesi di un male”. La sala consiliare di Terzigno, gremita di persone, ha accolto l’autore del libro il Colonnello Claudio Mungivera e altre personalità di spicco. Tra tutti il magistrato antimafia Francesco Soviero, l’assessore al comune di Napoli Alessandra Clemente e a fare gli onori di casa il sindaco Francesco Ranieri e l’assessore Genny Falciano. Tante le personalità presenti anche in platea tra cui il sindaco di San Giuseppe Vesuviano, Vincenzo Catapano, forze dell’ordine e i giovani studenti dell’istituto comprensivo statale “G.Giusti”. I ragazzi hanno partecipato attivamente, ponendo delle domande al magistrato e all’autore del libro.
L’incontro è stato un’occasione per parlare ancora una volta di mafia e di lotta alla stessa. Gli interventi si sono focalizzati sull’importanza di analizzare il fenomeno “Mafia“, anche se ormai sullo stesso è stato già abbondantemente detto e scritto. Il magistrato Soviero ha risposto alle domande dei giovani studenti intervenuti, affermando che spesso il fenomeno mafioso come quello camorristico è affascinante così come ci viene presentato in televisione con la serie “Gomorra“, ma è un fenomeno che va conosciuto in tutti i suoi aspetti, va analizzato e combattuto per evitare che questi personaggi siano di ispirazione per le nuove generazioni. Si è parlato anche di un’altra serie televisiva “La mafia uccide solo d’estate “, la serie tratta dall’omonimo film diretto e interpretato da Pif, in cui la mafia è raccontata da un altro punto di vista. Nella serie televisiva ci sono molti spunti tratti proprio dal libro di Mungivera e in questo caso i mafiosi non sono dei vincenti o dei personaggi affascinanti, risultano quasi ridicoli, un espediente per non renderli dei miti e per esorcizzare la paura.
Il colonnello nel suo intervento ha affermato che non è mai troppo quello che si è detto o fatto per combattere la mafia, per estirparla dalle nostre amministrazioni e dai pensieri di molti. Si rende necessaria una rivoluzione culturale che è assurdo pensare non sia ancora stata effettuata, bisogna fare un lavoro che punti alle coscienze di tutti, a risvegliarle, ad infondere coraggio per ribellarsi o semplicemente smetterla di essere complici con il silenzio e con il lasciar fare perchè tanto crediamo che siano cose lontane da noi. La mafia è un fenomeno che riguarda tutti da vicino, riguarda chi ne fa parte, chi è affiliato, chi è vittima, chi sopporta, chi finge di non vedere, chi per ignoranza o per manie di grandezza fraintende i messaggi che la televisione con le sue serie ci manda. I mafiosi non sono eroi, non sono uomini che si sono fatti da soli raggiungendo grandi posizioni e manovrando i governi, i mafiosi sono persone che hanno scelto scorciatoie, la strada più semplice per fare soldi, per il potere, per il rispetto e poi si sono trovati a vivere da latitanti, a scappare, a non poter godere dei frutti del loro malaffare. Il colonnello ha aggiunto che è necessario continuare a scrivere e parlare di mafia, affinchè si possa portare avanti una battaglia intellettuale ma è necessario anche mettere a disposizione degli investigatori e delle forze dell’ordine più materiale così da poter combattere la battaglia anche dal punto di vista legale.
Il comune di Terzigno, sensibile all’argomento mafia e corruzione, aveva già ospitato il colonnello a maggio dello scorso anno per la presentazione del precedente libro “Il cancro della corruzione“. In quell’occasione Mungivera aveva affascinato il suo pubblico con un intervento carismatico ed intelligente che aveva smosso gli animi e con l’intervento di ieri sera li ha sicuramente riaccesi.
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