21 Marzo, al Castello rifiorisce la Primavera delle coscienze.

L’elenco delle vittime di mafia, poco meno di mille, è lungo e variegato. Le vedove, gli orfani, le madri, i padri che piangono i loro eroi, uccisi da mani spietate ed assassine rappresentano l’esercito vivente di un dolore senza fine.

Come, perciò, pensare di denominare  “mafia” una catena di ristoranti spagnoli, e, pubblicizzare una cena col Boss dimentichi:

  • Delle lotte portate avanti dai servitori dello stato, morti, per regalare una società migliore.
  • Delle vittime innocenti, spesso consapevoli dei pericoli affrontati per il bene del loro paese.

In questo scenario emerge il ruolo importantissimo dell’UE, vietando l’utilizzo di un marchio così evocativo del male, alla cui lotta l’Italia ha fornito un gran contributo di vite umane.

In tutta Italia, rappresentanti politici e le istituzioni tutte, si sono impegnati per celebrare la memoria di chi ha consentito il raggiungimento di grandi traguardi.

 

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